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La Neuro-Profumeria

La Neuro-Profumeria

L’influenza delle fragranze sull’attività psicofisiologica dell’uomo è nota da tempo e la sua importanza sta gradualmente aumentando. D’altro canto nella medicina tradizionale così come nella fitoterapia i componenti aromatici dei prodotti naturali sono stati utilizzati fin dall’inizio della storia per la guarigione mentale, spirituale e fisica.

Negli ultimi anni sono stati condotti numerosi studi scientifici per indagare l’effetto dell’inalazione dei profumi sulle funzioni del cervello umano, studi che hanno evidenziato un ruolo significativo nella modulazione degli aspetti cognitivi, dello stress, dell’umore e del comportamento sociale.

L’olfatto è un senso preistorico in tutti gli organismi dotati di sistema olfattivo che consente di identificare il cibo, i compagni e i nemici predatori. In particolare negli esseri umani è uno dei mezzi più importanti per decodificare l’ambiente per trarne vantaggio e per evitare i pericoli.

Non a caso negli esseri umani ci sono infatti circa 300 geni attivi dei recettori olfattivi che sono dedicati alla rilevazione di migliaia di diverse molecole odorose. Il processo olfattivo inizia nel momento in cui le fragranze entrano nel naso e si attaccano alle ciglia delle cellule recettrici: molti studi hanno confermato ampiamente che l’inalazione di fragranze influisce notevolmente sulle funzioni cerebrali e quindi, a cascata, a livello sistemico poiché i composti volatili odorosi sono in grado di attraversare la barriera emato-encefalica e interagire con i recettori del sistema nervoso centrale.

Va da sé che la stimolazione olfattiva operata dalle fragranze produce cambiamenti nei parametri fisiologici come pressione sanguigna, tensione muscolare, dilatazione della pupilla, temperatura cutanea, frequenza cardiaca e attività cerebrale che si riflette in maniera diretta negli stati dell’umore e nella sfera emotiva.

Profumi ed emozioni

Marcel Proust aveva ragione: le sue madeleine fragranti e profumate che portavano a galla i ricordi funzionano per davvero. Noi esseri umani siamo molto più influenzati dagli odori di quanto crediamo, convinti che gli stimoli visivi e uditivi ai quali siamo incessantemente esposti siano più determinanti nelle nostre vite.

Per molto tempo siamo stati portati erroneamente a pensare che l’olfatto sia un senso animalesco e in qualche modo poco determinante nella società moderna.

Tuttavia Sara Spinelli del Sensory Lab dell’Università di Firenze spiega che l’odorato è molto legato alla sfera emotiva in quanto i profumi sono in grado di suscitare in maniera diretta ricordi ed emozioni molto più di altre sensazioni, come per esempio i colori.

Ipotesi questa confermata da un’interessante ricerca pubblicata su Cerebral Cortex che ha dimostrato come gli odori attivino strutture cerebrali coinvolte nell’elaborazione delle emozioni e i circuiti della ricompensa: l’insieme di questi effetti fa si che appena annusiamo qualcosa possiamo categorizzarlo come piacevole o meno, creando al contempo una memoria autobiografica olfattiva che verrà recuperata quando sentiremo ancora quello stesso profumo, esattamente come accadeva al protagonista di Proust con le sue madeleine.

Inoltre i profumi sono in grado di risvegliare emozioni anche se non lo vogliamo: questo aspetto è stato studiato e dimostrato dall’Università di Wageningen secondo cui dopo appena 100 millisecondi da quando siamo esposti a uno stimolo olfattivo manifestiamo ciò che ci provoca attraverso la modificazione immediata dell’espressione del viso e in appena 400 millisecondi cambia anche la frequenza cardiaca.

Profumo di intelligenza

Possono le fragranze renderci più attivi, più versatili, più intuitivi e, in una parola, più intelligenti? La risposta è si, certamente si.

L’epitelio olfattivo, uno speciale rivestimento che tappezza il nostro sistema olfattivo e che ha la specifica funzione di ricevere gli stimoli attraverso le molecole odorose che arrivano dall’ambiente, subisce un continuo processo di neurogenesi in cui nuovi neuroni vengono costantemente generati durante tutta la vita adulta.

Stimolati dalle fragranze annusate, questi nuovi neuroni entreranno presto in contatto con altri neuroni formando una vera e propria rete di connessioni: questa particolare funzione prende il nome di plasticità neuronale o neuroplasticità.

È proprio grazie alla neuroplasticità che gli esseri umani sono in grado non solo di imparare, ma soprattutto di affinare competenze, di pensare autonomamente, di ampliare le proprie vedute, di migliorare numerosi aspetti della vita.

È stato visto che indossare fragranze sempre diverse e sempre nuove permette di aumentare e di migliorare la neuroplasticità con conseguenze positive sull’umore, sulla modulazione delle emozioni sperimentate, sulla memoria, sulla concentrazione, sulla comunicazione, sulla gestione degli effetti dello stress e sulla consapevolezza dell’ambiente che ci circonda.

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